giovedì 18 luglio 2019

Invidisabilità [tanto loro non vedono]

Cosa fai oggi, vieni con noi?
Non puoi.
Non vuoi?
E' che in questo momento
sento dentro un tormento.
Il mio cervello corre troppo veloce
il vostro giudizio è feroce.
Ho bisogno di un attimo, vi prego.
Sai che c'è? Me ne frego
Fai pace con te stessa, ragazza complessa.
Io vi vedo, dentro.
Ve lo giuro, mi concentro.
Voglio sentirli, i vostri pensieri. Cosa avete provato ieri?
Ieri, anche ieri, io ero persa nei miei sentieri.
Ma vi ho visti
che cercavate di essere anticonformisti.
Ci avete provato a capire,
che per me ha deciso il fato.
Sono innocente
non perdente.
Io i segni li ho dentro
sono loro il mio baricentro
fra un sorriso forzato
e un viso asciugato.
Mi piace passeggiare,
questa vita la voglio assaggiare.
O forse divorare, trascinare fuori
commettere errori.
Non fermate la mia corsa
vi raggiungo e prendo la rincorsa.
La normalità che cercate
è l'abilità che non trovate.
Disabilità nell'accettare
invisibilità nell'amare.
Dovreste provare, voi;
sapreste vedere poi
che tutta la vita
vi scorre in attimi fra le dita,
e non capite che va vissuta
fino a che la vostra mano diventa ossuta.
Tenete quella mente sveglia e acuta
il vostro occhio vi aiuta.
Guardate
non barate.
Sono qui, sono viva.
Impulsiva.
Primitiva.
Rediviva.

L'oDore del Dolore.

Ci sono dei Dolori che vivi, e non sai spiegare.
Non sai cosa ti va, né dove vorresti andare.
Ti chiedono se c'è qualcosa che possono fare,
possono?
Non lo sai,
Tu un disegno ce l'avevi, ora non ce l'hai.
I colori, sono diventati odori.
Effervescenti, ma evanescenti.
Persistenti, ma fatiscenti.
Le nubi sul petto
ti fanno un certo effetto.
Quello di una coltre,
al di là della quale non vedi oltre.
Una nebbia grigia e fitta,
che negli occhi ti guarda dritta.
Una pressione costante sui polsi, sulla vita,
che vorresti afferrare e strappare con le dita.
Un velo di disagio, nello stomaco, che ti attanaglia.
Quello che hai perso, una battaglia.
E la guerra?
Ti rialzi da terra.
Le ginocchia sbucciate,le lacrime versate
le braccia affaticate.
Non hai la pretesa, di dimenticare;
non ti sei mai arresa, è ora di andare.
Immergiti a fondo, in quella sofferenza,
che è troppo, ma non puoi viverne senza.