venerdì 14 giugno 2013

Voglio raccontarti una storia.

C'era una volta una bambina, che credeva di essere felice. Credeva nella felicità, e credeva di sapere cosa.

Pettinava i capelli alle bambole, guardava il sole e scriveva pensieri nel suo cuore.
Le giornate correvano apatiche ma serene, come il sole durante l'inverno, in trepida attesa dell'estate ma comunque nel cielo terso.

Arrivava poi il momento dei capelli che si annodavano, come i fatti esterni facevano con la sua vita; la stringevano in una morsa stretta, bloccante ma che la faceva sentire sicura.
La lasciava senza fiato ma quando recuperava aria, si sentiva una bambina nuova, diversa, e sempre felice.

I capelli artificiali delle sue bambole erano reali; le sue bambole avevano vita, le parlavano e riuscivano a comunicare con lei. Era felice perchè sorridevano sempre, anche se di un sorriso finto e disegnato.

- Un giorno cominciò a pensare che forse era meglio sorridere sempre, come le sue bambole; dipingersi una smorfia serena sul viso, spingendo giù tutte le lacrime e i rimorsi.
Era ancora piccola per potersi mettere il rossetto, ma rimaneva il suo sorriso acqua e sapone; poteva sempre disegnarsi quello addosso e fingere che andasse tutto bene.

Fintanto che era bambina, voleva solo crescere; non voleva essere grande, non voleva piangere, non voleva il dolore; non ne conosceva il significato, ancora, e voleva sorridere ancora un pò.

Svegliarsi, ma continuare tutto come se fosse un sogno.